Intervista a Massimiliano Fedriga dal messaggero Veneto del 9 aprile 2018 – di Mattia Pertoldi – Svolta netta e decisa in materia di immigrazione, eliminazione progressiva dell’ Irap, modifica dei parametri per case Ater e sostegno al reddito oltre a un nuovo Patto strategico per il lavoro. Massimiliano Fedriga snocciola una parte non indifferente del suo programma e tira diritto. Agli affondi di Sergio Bolzonello dedica un paio di battute, non di più, ma per il resto evita il suo principale contendente con un doppio passo (politico) degno del miglior fantasista.
Fedriga, con lei il Fvg rischierebbe di essere fagocitato dal Veneto?
«Sorrido. La difesa dell’ Autonomia è una delle battaglie storiche della Lega. Siamo stati l’ unico partito che ha sempre combattuto, in ogni istituzione, per ottenere maggiori competenze, e trasferimenti, dallo Stato. Poi, certo, capisco come chi deve rendere conto a un segretario che vuole abolire le Regioni Speciali abbia la necessità di inventare menzogne per dimostrare alla gente che esiste».
Di quale segretario parla?
«Prendete il libro di Matteo Renzi “Stilnovo” del 2012. È lui, non io, a scrivere: “via le Regioni a Statuto Speciale e si introduca un numero massimo di Consiglieri per ogni realtà regionale”.
E questi sono davvero fatti, non chiacchiere».
Va bene. Mettiamo che Matteo Salvini diventi premier e lei governatore. Qual è la prima cosa che chiederà?
«La rinegoziazione dello sciagurato Patto finanziario firmato da Debora Serracchiani ridiscutendo l’ ammontare delle compartecipazioni erariali e riportando il livello di quella relativa all’ Iva ai nove decimi. In questi anni, tra tagli diretti e indiretti, il Fvg ha dovuto rinunciare a una media di 1,8 miliardi di euro annui di gettito fiscale. Una perdita secca che sta comprimendo la nostra Autonomia. Spero che tutti siano al mio fianco per rimediare agli errori fatti dal centrosinistra».
E quanto a competenze?
«Penso alla scuola, tra l’ altro già compresa nella “vecchia” devolution del centrodestra, e alla soprintendenza. Negli anni sono stati bloccati, inutilmente, troppi investimenti che non avrebbero avuto alcun impatto architettonico-paesaggistico per colpa di chi non conosce il nostro territorio. Portare la soprintendenza in mani regionali ci consentirebbe di snellire procedure e burocrazia».
Passiamo a uno dei vostri cavalli di battaglia, l’ immigrazione…
«La competenza è statale, lo so bene, ma trasformare il Fvg, assieme alla Toscana, nella regione capofila dell’ accoglienza diffusa è stata una follia perché ha messo a rischio, soprattutto a livello di microcriminalità, la sicurezza dei nostri cittadini».
Soluzione alternativa?
«Prima di tutto lavorare di sponda con il Governo per un maggiore controllo dei confini visto che ormai, in regione, arrivano soltanto clandestini respinti da altri Paesi europei. E poi semplicemente copiare quello che già accade in Francia, Austria, Slovenia o Germania».
Si può spiegare meglio?
«Parlo di centri controllati dove gli immigrati, trattati con dignità, devono restare, senza avere la possibilità di circolare liberamente, fino al momento del giudizio sulla loro richiesta d’ asilo. Quando è stato chiuso il Cie di Gradisca, su 36 ospiti all’ epoca rimasti all’ interno, 35 avevano precedenti penali per stupro, spaccio oppure violenza privata. C’ è una responsabilità politica, anche locale, di fronte alla situazione attuale. E io non ho alcuna intenzione di consentire che gente di cui non sappiamo nulla, e nemmeno se ha diritto a restare in Italia, scorrazzi liberamente mettendo a repentaglio la sicurezza delle persone. E mi riferisco pure a quella percepita visto come aver paura di girare per le città incide, eccome, sulla vita di un singolo».
Altro tema, collegato agli stranieri, sono le case Ater e il bonus povertà…
«Le assegnazioni in favore degli stranieri sono assolutamente sproporzionate rispetto ai numeri della loro presenza in Fvg. Lavoreremo per definire una norma che a differenza del passato, quando però ha pesato la levata di scudi ideologica dei partiti di sinistra, non venga impugnata. Penso ad esempio a un sistema di attribuzione dei punteggi che premi chi ha più anni di residenza in regione».
Passiamo alle aziende: realizzerete la fiscalità di vantaggio?
«Sì. Possiamo già finanziarla con risorse nostre. E si tratta di un investimento serio. Il Fvg è una terra meravigliosa, ma le aziende non si attraggono con la bellezza del territorio, bensì garantendo vantaggi economici e burocratici. Da noi esiste un’ esigenza occupazionale vera. I dati del primo semestre 2017 ci dicono che in tre anni il reddito medio dei friulani è diminuito di mille euro trasformando il Fvg nell’ ultima regione del Nord. Altro che i “miracoli” decantati da qualcuno in questi giorni».
Via anche l’ Irap e l’ Imu sui capannoni sfitti?
«L’ Irap verrà abolita gradualmente per essere sostituita da un’ addizionale Ires sulle grandi imprese ottenendo enormi vantaggi per le Pmi senza, di fatto, pesare sulle aziende maggiori. Quanto all’ Imu, mi sembra logico, abbinando il tutto agli incentivi per l’ edilizia, gettare alle spalle la balzana teoria secondo la quale si tassa chi non è più in grado di fare impresa e, per questo, non utilizza capannoni e aree sfitte».
Cos’ è il Patto strategico per l’ occupazione locale?
«È l’ idea di un’ alleanza con i privati nei percorsi formativi. Voglio portare, ottenendo la competenza sulla scuola, le esigenze delle imprese, cui chiederemo un contributo economico per il bene del sistema-Fvg ma anche di loro stesse, all’ interno del mondo della formazione in modo tale che alla fine del ciclo d’ istruzione, specialmente professionale, le aziende trovino ragazzi già pronti. Il blocco ideologico, tipico della sinistra, secondo cui il privato equivale al male ha fatto il suo tempo. In questi anni ho visto troppi corsi creati per i formatori e non per gli studenti o i lavoratori. Con noi, adesso, si cambierà registro».