da Messaggero Veneto del 18 aprile 2018 – di Viviana Zamarian – Lo chiamano il patto dei quattro presidenti. E suggellerà la nascita dell’ asse del Nord. Dal Fvg alla Liguria. L’ accordo, Massimiliano Fedriga, candidato alla presidenza del Fvg del centrodestra, lo firmerà sabato a Trieste con i governatori del Carroccio Luca Zaia del Veneto e Attilio Fontana della Lombardia e con Giovanni Toti (Forza Italia) alla guida della Liguria. Un'”alleanza” questa «che punta a condividere una linea comune per tutelare le Regioni al tavolo con lo Stato centrale».
L’ annuncio Fedriga l’ ha fatto ieri, a Roma, alla stampa estera. Era stato del resto lo stesso Zaia, presente una settimana fa a Codroipo per un tour elettorale a sostegno di Fedriga a ribadire che con la vittoria della Lega e del centrodestra in Fvg, non soltanto si rafforza l’Autonomia della regione ma si continua a lavorare per la macroregione del Nord e a potenziarla. «Sono già pronto a cedere il testimone a Massimiliano Fedriga – aveva infatti dichiarato – della presidenza dell’ Euregio Senza Confini che comprende Friuli Venezia Giulia, Veneto, Carinzia e vogliamo far entrare la Croazia. Sicuramente, continueremo con questi accordi transfrontalieri».
La conferenza è diventata poi un’ occasione per concentrarsi sul Friuli Venezia Giulia. E per parlare di autonomia («più autonomia significa più responsabilità e più servizi per i cittadini»), di fiscalità, di politiche per la famiglia e della difesa «delle diverse comunità etniche, culturali e linguistiche che storicamente appartengono al Friuli Venezia Giulia e che rappresentano una ricchezza per il territorio. Si tratta di realtà con cui intendo intessere una costante collaborazione istituendo un tavolo permanente».
Ha poi detto di non credere «alla politica dei bonus: le famiglie vanno sostenute con interventi seri sulla fiscalità di competenza regionale. Qualsiasi politica per la famiglia rimane comunque inattuabile se non si creano le opportunità affinché le persone trovino un posto di lavoro sul territorio». Ecco perché il tema è strettamente correlato «alla fiscalità di concorrenza e alla compartecipazione tributaria con Roma». «La fiscalità di concorrenza – ha poi aggiunto – è lo strumento con il quale un’ area di confine come il Friuli Venezia Giulia può contrastare le delocalizzazioni e attrarre maggiori investimenti, colmando il divario che oggi ci costringe a inseguire Slovenia e Austria».
Per il candidato del centrodestra risulta dunque necessario «rinegoziare la compartecipazione fiscale del Fvg, al fine di contribuire con decisione al rilancio di economia e occupazione. Sottrarre ai cittadini 1,8 miliardi di euro l’ anno, pari a 1.500 euro a testa, neonati compresi, significa infatti sottrarre autonomia al territorio».
Un territorio che può e deve “sfruttare” a pieno l’ opportunità che rappresenta il Porto Franco di Trieste «non solo per il Fvg ma per l’ Italia e per l’ Europa. La piena applicazione del trattato di Parigi può dunque essere il punto di svolta per attrarre ulteriori investimenti lungo i nuovi snodi commerciali, creando le condizioni affinché un numero sempre maggiore di investitori si affacci sull’ Adriatico».